Antiquarium di Colombarone
Immersi nel verde del Parco San Bartolo, l’Area archeologica e l’Antiquarium di Colombarone, sito ricco di tracce architettoniche e adiacente museo con i reperti degli scavi, documentano secoli di storia del territorio medio-adriatico.
Molti anni di ricerche, dal 1983 al 2008, hanno permesso di scoprire un’area unica e speciale, da cui sono emerse una villa tardoantica, una basilica e una pieve.
Risalente alla fine del III secolo d.C., l’abitazione signorile era la residenza di campagna di un possidente terriero o di un funzionario statale e sono tuttora visibili molti dei mosaici databili tra IV e VI secolo.
Nel VI secolo alcuni settori della struttura vengono abbandonati mentre quello di rappresentanza viene trasformato in chiesa cristiana; nasce in quel periodo quella che sarà la basilica altomedievale di San Cristoforo ad Aquilam circondata da un’area cimiteriale.
Nei secoli successivi (VII-X), la chiesa subisce più volte modifiche, assumendo dimensioni notevoli, fino poi a diventare una semplice pieve nel tardo medioevo. Alla fine del XII secolo la parte più antica viene demolita e al suo posto edificata la “Chiesola” (demolita nel 1858), di cui è stato recuperato un tratto di muro perimetrale.
La funzione di Colombarone come centro di culto non si è mai spenta. Poco lontano, nell’Ottocento viene costruita una chiesetta e nei primi decenni del Novecento l’attuale parrocchia.
L’Antiquarium ha sede negli spazi della chiesetta ottocentesca recuperata dal Comune di Pesaro.
Un video multimediale introduce al percorso con una immersiva e suggestiva ricostruzione degli ambienti della villa, ricchi di rivestimenti colorati e decorazioni parietali.
Il piccolo e prezioso museo racconta la storia degli scavi, a partire dall’individuazione del sito ad opera di Annibale Degli Abbati Olivieri, ed espone i reperti rinvenuti nel corso delle ricerche. Tra i materiali riconducibili alla dimora signorile (III-VI secolo) vi sono tratti di conduttura in piombo per l’adduzione dell’acqua al settore termale, ceramiche, bronzi, vetri, vasellame da mensa della sala da pranzo, e le anfore che attestano la provenienza di alimenti da tutto il bacino del Mediterraneo.
Ma è la basilica (VI-VIII secolo) a restituire i reperti più singolari tra cui una vetrata, frammenti dell’iconostasi in marmo della chiesa (separazione fra coro e navate costituita da un architrave sostenuto da colonne) e un raro esemplare di lampadario a sospensione con più luci (polycandilon), rinvenuto insieme a un tesoretto monetale e a calici in vetro dell’apparato liturgico.
Non mancano infine interessanti oggetti della vita privata degli antichi abitanti del sito (oggetti d’ornamento e di abbigliamento, monete, semplici utensili domestici).